Barcellona, 03 agosto 2009

In certi momenti si desidererebbe essere altrove, magari non è il posto ma chi ti è attorno che fa la differenza.

Cosi può risultare del tutto normale macinare miglia su miglia, passare da un porto ad un altro di giorno in giorno.

La dimensione, quella non fisica delle navi intendiamoci è del tutto particolare.

Si viaggia ma in realtà si è immobili.

Il luogo di lavoro è nello stesso momento il tuo tempo libero, il tuo alloggio, e quant’altro.

Difficile quindi “disconnettersi” veramente una volta terminato il lavoro, scegliere di rimanere nel bar dell’equipaggio con amici o farsi un giro nelle aree dedicate ai passeggeri a poco serve.

Comunque si è sempre in un ambiente finito, gli hobbies e le passioni, non tutto riesce a trovar posto sul mare.

Ma poi pensando ai lunghi periodi di pausa una volta scesi, e il tornaconto a fine mese si riesce a darsi il giusto motivo di esser qui …

Bello è poi iniziare a pensare al prossimo viaggio, la nuova avventura da iniziare a programmare.

Tante le idee al momento, quindi ancora prematuro fare delle anticipazioni.

Unica certezza nella mente; luoghi caldi, difficile pensare di passare un inverno a casa …

Un passaporto da rinnovare a breve, e la voglia di trovarci presto marchiati nuovi timbri di posti esotici.

Alla velocità di ventitre nodi avanza la nave, non riesce a star dietro al pensiero, alla voglia di ripartire per un nuovo viaggio ancora da scrivere.

Per la rubrica dell’Oblot

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Sunshine – Genova 01 August ‘09

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Marseille – 02 August ‘09