Tamarindo beach, Guanacaste Costa Rica, 05 ottobre 2011

Direi che sono rimasto indietro con il racconto, vediamo se riesco in breve a riportarmi in linea.

Passata la prima notte a San José è già tempo di ripartire, con l’amico Matt ci si sveglia prima dell’alba; alle sei del mattino parte il bus verso Sixaola alla frontiera con Panama.

Il bus prima si inerpica frà le montagne ricche di vegetazione lussureggiante, poi in un altipiano sino a scendere fino alla costa del caribe, Limon, Porto veijo. Culture di banani a perdita d’occhio sino alla frontera ed oltre.

Non avrei mai pensato di attraversare una frontiera a piedi, su di un vecchio ponte ferroviario, passando su tavole di legno mezze marce, su un fiume color marrone intenso zaino in spalla.

Si arriva al posto di frontiera panamese dopo il ponte, sembra di essere in un film anni 70 americano. Le facce sono quelle tipiche di un b-movie, ci obbligano a prendere il biglietto per il bus di ritorno, infine il timbro sul passaporto.

Con un motoscafo veloce arriviamo in una mezz’ora a Colon sull’isola principale dell’arcipelago.

Diversi “traffichini” cercano il modo di tirar su qualche dollaro.
L’ostello consigliato: “Mondo Taitu” e un vero tugurio.
Le case delle favelas in confronto sono delle ville signorili…

Troviamo un albergo a quattro soldi il “Las brissas”, costruito quasi interamente sull’acqua.
Non è il massimo ma quanto basta sopra il livello di guardia.

Il centro città risulta essere uno strano misto, tra modesti edifici e baracche e qualche costruzione del tipo “nuova colonizzazione americana”, in compenso non ci sono fast food o catene tipicamente made in US.

L’indomani si parte per un boat tour fra le varie isole dell’arcipelago, avvistiamo dei delfini fra isolette ricoperte di mangrovie.
Qualche scatto non eccezionale e si riparte verso ìl vero piatto forte del tour:
Cayo Zapatilla

Un atollo eccezionale, un acqua trasparente, una spiaggia di sabbia finissima, insomma la più classica delle isole caraibiche…

La sera sull’isola a qualche decina di metri dalla pricipale, c’è un po di movida all'”aqualand”. Decine di teenager o giù di li saltano in acqua al chiaro di luna dall’altalene dell’annesso pontile.
Un dj attempato suona le hit più tristi del momento, una tipa balla una strana danza, la roba chimica fa male e si vede…

Sulla stessa isola a qulche centinaia di metri, direttamente sul mare troviamo il risorante “Bibi” un vero must per chi visita Bocas, cucina ottima panorama eccezionale e prezzi assurdamente bassi (75 cent una birra).
Il cuoco è un ragazzo argentino di passaggio per qualche mese.

A Colon troviamo il “Bar Condicio” e pare che la “par” in questa disco, tra salsa & merengue, discomusic sia una consuetudine. Diversi “local” accompagnano in balli sfrenati (e forse oltre) divertite e compiacenti turiste.

Altro giorno altra isola, è la volta di Red frog & Turtle beach quest’ultima veramente eccezionale e degna di nota, incontaminata, deserta (o quasi) …

Alla fine si decide di ripartire un giorno prima verso Porto veijo in Costa Rica, il meglio di Bocas pensiamo con il buon Matt è stato visto.

Lasciamo il caldo soffocante e i fottutissimi mosquitos alle spalle e si riparte verso Changuinola al confine dove un bus Panamese ci riporterà in Costa Rica.

Stay tuned!