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Barcellona, 03 ottobre 2008

E’ passata velocemente la licenza della scorsa settimana.

A differenza delle comuni ferie qui ha un sapore molto diverso, sulle navi non si lavora soltanto ma ci si vive pure.

Quindi in realta’ non si ha soltanto un distacco dall’ambiente lavorativo ma anche da tutto quello che ruota attorno al quotidiano.

Praticamente si vive in una sospensione, un apnea, in una sola settimana infatti non è possibile trovare una dimensione completa fuori dalla nave.

Se si aggiunge per di più che questa volta sono stato anche tre giorni all’Elba per il matrimonio di un carissimo amico, la sensazione di “smarrimento” viene ulteriormente accentuata.

Sembrava che lunedi’ scorso dovesse capitare tutto nella mattinata, ogni minuto “perso” sulla nave sapendo che si va in licenza pesa come un macigno sulla schiena …

Decido quindi di cambiarmi e indossare abiti civili, e con la mia solita “faccia da schiaffi” saluto il direttore e i miei colleghi e mi fiondo fuori dalla balena di metallo senza troppi rimorsi.

Continuano le “grane” di giornata, un doganiere mi ferma e mi dice la solita frase di rito: “Qualcosa da dichiarare?”

Io penso di essere l’unico a non sbarcare neanche un pacchetto di sigarette …. insiste, fa anche una battuta alquanto fuori luogo.

La mia risposta?

“Se vuole le apro tutto non ho problemi!”

Il tipo con una faccia “delusa” allora mi lascia andare ….

Prossimo passo e’ riuscire a prendere un taxi per la stazione: ma perche ci provano sempre tutti?

Voglio dire se c’è una tariffa fissa Porto-Nave perchè tirano fuori tariffe iperboliche?

Alla fine un Tassinaro che accetta per fortuna la tariffa ufficiale lo trovo … e finalmente arrivo in stazione, e in alcune ore a casa.

Arrivato a casa nei giorni seguenti riesco a fare due brevi apparizioni in spiaggia, la temperatura non e’ elevata ma piuttosto piacevole, è quasi deserto e si apprezza il silenzio che sulle navi è impossibile percepire, il rumore delle onde è l’unico che si sente.

Iniziano i preparativi per la partenza verso l’Isola D’Elba, siamo veramente in tanti che ci muoveremo.

Si parte a scaglioni, e dato il numero soggiorneremo in alberghi diversi: al Ciccio va molto male stara’ in camera con me, il mio ronfo è conosciuto in tutto il mondo!

Il venerdi’ sera avremmo voluto organizzare qualcosa tutti insieme, ma la stanchezza e le distanze (l’isola e’ abbastanza estesa) non ci ha permesso di farlo.

In compenso il sottoscritto a Porto Ferraio quella sera ha preso una gran bella influenza di cui i postumi ancora tardano ad abbandonarmi …

Finalmente arriva il sabato, il matrimonio è in un orario insolito: le tre del pomeriggio, quindi la sveglia e’ molto ritardata.

Questa e’ una delle rare occasioni di vedersi con tutti gli amici vestiti di tutto punto, anche chi di solito veste molto casual….

friendisoladelba

Friend – Isola D’Elba 2008

La chiesa in stile barocco è molto bella, la sposa emozionata, qualche amico sbaglia chiesa e si stupisce perche’ non ci sia nessuno ….

Roll & Cri fanno il grande passo, un artiglieria pesante di riso gli piomba addosso, noi gli amici ovviamente i piu’ infami !

La location per il ricevimento è spettacolare, una villa ottocentesca sul mare, l’aperitivo tarda a partire, si sa bisogna aspettare gli sposi ….

Io quel parmigiano di certo non me lo faccio scappare, e poi si sa che la sua morte sara’ con lo spumante!

Rolls ci vuole bene, ci mette in tavolo di Singles con le amiche di Cri…. grande!

Chi tiene banco? Ovviamente il sottoscritto, che con risultati altalenanti tiene le redini della discussione.

In un tripudio di vino finisce il ricevimento, gli sposi salutano i parenti e ha inizio

“la fase B”.

In pochi minuti ci si cambia, gli abiti sono quelli di tutti i giorni, li sotto a quel bar in riva alla spiaggia gli strumenti sono già pronti, la festa ha inizio.

Rolls non si stacca dalla chitarra e dal microfono, con lui si alternano in molti, e chi non è in grado di suonare (vedi il sottoscritto) si produce in balli scatenati.

Giornata Fantastica!

Il ritorno a bordo stavolta lascia proprio l’amaro in bocca.