Sydney, 25 maggio 2008

Ancora non smaltita la fatica del Rafting che mi trovavo di nuovo di fronte a due giornate molto lunghe.

Sveglia di nuovo presto al mattino per l’escursione di due giorni a “Cape Tribulation”.

Il “coach” che passa a prendermi stavolta è più piccolo siamo una quindicina di ragazzi, il tipo che fa da autista/guida si chiama Troy, ma in comune con il noto “centauro” ha solo la nazionalità …

Imbocchiamo la “Cook Highway”, nel primo tratto fino all’aeroporto è decisamente una strada a scorrimento veloce, due corsie e i sensi di marcia separati.

Ma poco dopo la zona dell’aeroporto si trasforma d’altronde come tutte le altre “Highway” che ho percorso in una comune strada ad una corsia per senso di marcia.

Prima di arrivare a “Port Douglas” prima tappa per la colazione, inizia un incantevole tratto panoramico direttamente sul mare, le spiagge che si susseguono sono molto belle; peccato che anche qui dato la presenza delle “Cubo-Meduse” sia altamente sconsigliato fare il bagno in mare senza muta di protezione.

Le isole che si affacciano avanti a noi sono direttamente nel mezzo della barriera corallina, Troy ci fa segno su una di queste dove pare sia stato girato qualche film anglosassone famoso …

I tornanti rendono la strada non molto veloce, ma piuttosto occorre avere una guida più da passeggio, e per fortuna la cosa si rivela piacevole.

Arrivati a “Port Douglas”, scopro che è immersa tra moltissime palme, le case che si vedono sono per lo più da villeggiatura.

Nei pressi del centro, uno dei pochi edifici più vecchi rimasti in piedi risalente al periodo della “corsa all’oro” è il pub all’inizio del corso principale.

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“Old Pub – Port Douglas”

La marina li vicino è carina, ci sono diverse barche a vela e alcuni yacht, ma nulla di più.

Si riparte alla volta del “Mossman river”, immerso in una fitta foresta pluviale, in un territorio aborigeno.

La nostra guida ci da indicazioni sulla flora e la fauna che vivono in questo habitat, il numero di specie di piante presenti qui è davvero impressionante.

Il fiume ora è ad un livello di portata d’acqua minimo dato che il periodo delle piogge è passato da un pezzo.

Qualcuno azzarda un tuffo, io invece non ci penso proprio a tuffarmi in un acqua gelida, e soprattutto dopo un intensa giornata di rafting !

Il colpo d’occhio comunque è molto bello.

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Mossman River

Lasciato il fiume siamo di nuovo in cammino, fatto un pranzo veloce in un bar per strada, siamo già alla prossima tappa: la mini crociera sul fiume “Daintree” alla ricerca di coccodrilli ed animali selvatici.

Giunti sul posto, ci accolgono con un thè, le bacheche che sono posizionate li intorno raccolgono un po’ della fauna locale: vari serpenti, farfalle, insetti vari e li in una boccetta c’è anche la famigerata

“Box-Jellyfish” medusa molto pericolosa …

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Cubo-Medusa – Daintree River

Siamo pronti a partire, saliti sulla barchetta un ozzie sulla cinquantina che fa da guida e da pilota inizia a dare qualche informazione, fino al momento che avvista qualcosa che cattura la sua attenzione….

Ci siamo il primo “incontro ravvicinato con un coccodrilo”, il bestione sarà lungo almeno due metri e li che sonnazza sulla sponda del fiume ….

Sicuramente avrà già pranzato !

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Croccodile – Daintree River

L’acqua del fiume è molto torbida, non voglio immaginare cosa potrebbe succedere a cadere in acqua proprio qui !

Nel proseguo altri incontri con più o meno grandi esemplari di coccodrilli, ad un certo punto la guida ci invita a guardare tra i rami di un albero: “Non vedete nulla di strano?”

Il tipo la sa lunga ovviamente, infatti tra i rami ben mimetizzato un esemplare di serpente di color

verde-marrone se ne stà li tranquillo.

In meno di un ora la passeggiata sul fiume è finita, meglio spostarsi sulla terra ferma!

Il tempo di pochi minuti e ci ritroviamo ancora sul fiume,ma questa volta a bordo del bus che lo attraversa su di una “chiatta” che avanza tra le sponde tramite un rudimentale sistema di cavi d’acciaio.

Sull’altra sponda, Troy ci fa sapere che da qui in poi a salire non c’è la corrente elettrica, l’energia necessaria è prodotta solamente da gruppi elettrogeni, questo per evitare il proliferare di attività economiche in un area considerata “patrimonio dell’umanità”.

Qui la foresta si fa più fitta, si avverte l’aria selvaggia ed incontaminata.

Arrivati su in cima ad una collina si apre un bellissimo panorama; siamo fortunati il cielo è terso la vista è fantastica.

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Lookout  – Cape Tribulation

Pochi minuti dopo una tappa molto “golosa”, la guida ci porta in una fattoria dove fanno un gelato artigianale biologico.

I gusti sono quattro per giorno, quindi niente scelta ma devo dire che ne valeva proprio la pena !

Sono circa le quattro del pomeriggio quando arrivo alla sistemazione per la notte: la “Beach House”.

Un complesso di chalet in mezzo alla foresta pluviale, con accesso diretto alla spiaggia.

Le unità si alternano da quelle tipo ad ostello a quelle private con bagno e veranda privata.

Vicino alla spiaggia c’è il bar/ristorante con affianco la piscina.

La mia stanza non il massimo, ok c’è l’aria condizionata e il ventilatore … ma il letto e davvero scomodo.

I bagni non sono proprio il top, cosi come la cucina.

La location è meravigliosa ma il resto non proprio, in fin dei conti siamo in una zona dispersa e bisogna accontentarsi …

Dato il poco tempo di luce rimasto, decido di farmi una rapida passeggiata sulla spiaggia, incantevole, le mangrovie arrivano a pochi metri dall’acqua e qualche scoglio affiora sulla riva, tutto il paesaggio poi cambia durante la notte con l’alta marea ….

Un posto da cartolina!

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Beach – Cape Tribulation

Si è già fatta ora di cena, e la stanchezza mi invita subito dopo a prendere la via del letto.

All’alba la pioggia scende copiosa, inevitabile svegliarsi, quando sembra che stia per finire riparte con ancora più vigore.

Morale della favola, per tutta la giornata continua a piovere e quella che doveva essere una giornata di relax in spiaggia invece passa tra la noia sotto la tenda del bar vicino alla spiaggia.

Quando è già pomeriggio un piccolo spiraglio di sole si affaccia permettendo quattro passi in spiaggia, ma è già quasi ora di tornare a Cairns.

Arriva il bus che mi riporterà in serata al Calypso, a guidarlo stavolta una donna …

La tipa si rivela subito dalla guida aggressiva, tutti sfiniti cerchiamo di fare un pisolino a parte una coppia che si siede subito dietro di lei ed una tipa un po’ strana che continua a fare foto senza senso che gli danno corda.

Per giunta accende lo stereo a manetta sparando orrenda musica da discoteca alternata da un ancora più noiosa canzone che mette a ripetizione ….

Vabbè lasciamo perdere, all’arrivo a Cairns mi “fiondo” sul solito buffet a prezzo fisso del Calypso, morivo veramente dalla fame.

Con questa giornata finisce la mia corsa verso il caldo nord, l’indomani il volo per il ritorno a Sydney.